
Spente 60 candeline, Isopren guarda già al futuro: Open Innovation e reti di impresa gli ingredienti chiave.
Assolombarda News ha incontrato Sergio Donadeo, direttore commerciale di Isopren, in occasione del 60° anniversario dell’azienda.
D: Isopren, la gomma per l’industria. Ci racconta la sua azienda?
R: Isopren è una PMI a carattere familiare, nata 60 anni fa per iniziativa di due soci fondatori che hanno individuato nella produzione di articoli tecnici in gomma un mercato particolarmente interessante e hanno deciso da subito di concentrare la lavorazione verso la parte più tecnologica di questo settore. Era il 1954 e sicuramente non era facile fare scelte di questo tipo. Dopo aver messo a punto un laboratorio dove realizzare elastomeri che avessero caratteristiche assolutamente all’avanguardia per i tempi, il passo successivo è stato seguire i mercati, magari anche ridotti come numero, ma ad elevato contenuto tecnologico. Questa scelta iniziale, fatta con lungimiranza tanti anni fa, è tuttora basilare per la sussistenza e lo sviluppo dell’azienda. L’obiettivo, allora come oggi, è puntare su qualità, tecnologia e innovazione.
D: Isopren fa quindi rima con innovazione…
R: Per noi l’innovazione è quotidiana. Ci relazioniamo con gli uffici tecnici dei nostri clienti per sviluppare insieme a loro dei componenti che riescano al meglio a rispondere alle richieste di mercato. Quindi, laddove c’è lo sviluppo di un nuovo progetto basato sull’utilizzo di un elastomero in condizioni difficili, lì riusciamo a dare il meglio di noi stessi. E l’attività congiunta con gli uffici tecnici dei nostri clienti e partner diventa fondamentale: in questo modo possiamo utilizzare esperienze maturate in un campo e travasarle in un campo completamente diverso.
D: Spesso per le aziende parlare di innovazione significa scontrarsi con budget limitati, difficoltà di accesso ai finanziamenti e mancanza di competenze adeguate. Secondo lei l’Open Innovation può essere una buona soluzione per risolvere queste “barriere”?
R: L’Open Innovation è un argomento che abbiamo affrontato anche qui, in sede Assolombarda, partecipando ad un corso per capire potenzialità e benefici di questa nuova formula. Purtroppo ci siamo resi conto che quelle risorse finanziarie che dovevano essere messe a disposizione a livello pubblico sono state talmente modeste e ridotte che pochi sono riusciti ad avvantaggiarsene. Noi non siamo stati tra questi. Nonostante tutto, però, ritengo che l’Open Innovation sia una soluzione tecnicamente valida: nel nostro caso non vi sono stati dei benefici di carattere finanziario, ma abbiamo comunque ottenuto vantaggi di carattere operativo, commerciale e strategico.
D: Oggi sono molte le aziende che cercano di andare oltre il modello tradizionale di business per avvicinarsi a forme di organizzazione produttiva “a rete”. Cosa pensa delle reti di impresa?
R: Una delle caratteristiche tipiche della struttura imprenditoriale italiana è proprio nelle piccole e medie dimensioni. Questo è un tallone d’Achille del nostro sistema industriale e l’aggregazione può essere un modo per superarlo. Tuttavia, non si può negare che tale “concentrazione” sia spesso difficile da attuare perché ci sono molti vincoli, anche dal punto di vista psicologico da parte degli imprenditori. La rete di impresa può risolvere questo problema. Si può fare quindi una convenzione, ci si può consorziare, si può individuare un obiettivo e solamente per quell’obiettivo sentirsi un’unica azienda, ma continuare a vivere in proprio secondo le specifiche aspirazioni e destinazioni.
D: Ci racconta un episodio in cui Isopren ha deciso di dar vita a collaborazioni “a rete” con altri partner?
R: La collaborazione tra imprese è una cosa che Isopren ha sempre cercato e applicato, impegnandosi per sviluppare rapporti particolari che superassero il concetto canonico cliente-fornitore. In particolare, recentemente abbiamo avuto un’interessante esperienza con un’azienda, già nostra partner da anni, con la quale abbiamo affrontato un progetto legato al difficile mercato delle forniture per la Marina Militare Italiana. La particolarità di questo settore ha reso necessario mettere in campo nuove tecnologie e nuovi prodotti. Insomma, era indispensabile fare degli investimenti che sarebbero dovuti ricadere su 2 aziende: l’azienda che era dedicata alla produzione, cioè Isopren, che realizzava il manufatto con le caratteristiche tecnologiche richieste, e il partner commerciale che si è messo in relazione con la Marina Militare per individuare le prove tecniche alle quali dovevano essere sottoposti questi componenti.
D: La rete di impresa si è dimostrata quindi un valido supporto…
R: Per poter realizzare questo progetto e dare ad entrambe le aziende la sicurezza e la serenità per affrontarlo abbiamo realizzato una piccola rete di impresa, non costituita in modo formale, ma realizzata con un “patto tra gentiluomini”, un accordo che ha dato prova di funzionare molto bene. Una collaborazione “a rete” che ha catturato anche il personale di entrambe le aziende, che si è trovato a lavorare come se fosse un corpo unico. Il progetto va avanti benissimo, ha raggiunto l’obiettivo, tanto che le nuove unità combattenti della categoria Fremm sono state realizzate (e continueranno ad utilizzare) questi nuovi prodotti. Su questa esperienza abbiamo avuto anche il piacere e l’onore di essere coinvolti nell’elaborazione di una tesi presso l’Università degli Studi di Parma dal titolo “Open Innovation: analisi sistematica della letteratura dal 2003 al 2012 e caso studio sull’impresa manifatturiera italiana Isopren”.
D: 60 anni sono un anniversario importante: cosa significa per voi questo traguardo? E cosa fate per conservare la storia e la memoria aziendale?
R: In questi anni così difficili un certificato di esistenza in vita è già un successo. Le imprese che sopravvivono probabilmente hanno qualche elemento in più rispetto ad altre che non ce l’hanno fatta. In questi 60 anni di vita c’è sicuramente la valorizzazione dei nostri aspetti vincenti. Ma non solo: per noi la memoria aziendale è davvero molto importante. Qualunque progresso tecnologico si basa sulle esperienza passate e avere alle spalle una storia così importante significa aver raccolto nel tempo tante conoscenze, tecniche e non. Da queste ripartiamo per nuove sfide. 60 anni si, ma non solo di storia…di storia sulla quale costruire il futuro.